Elegance

Note di stile: i Gemelli da polso

Piccolo ma rilevante complemento dell’abbigliamento maschile, i gemelli da polso, sono il complice più pregiato e socialmente ammissibile tra i gioielli da uomo, unitamente all’orologio e alle spille da cravatta, poiché funzionali e allo stesso tempo ornamentali.

In oro o argento; impreziositi da pietre dure o gemme preziose, essi sono la punta d’iceberg dell’aspetto decorativo più fecondo dell’eleganza maschile, capaci di ammaliare in modo discreto, infilandosi tra le asole di un polsino alla francese o singolo. Potremmo pensare ai grandi dandies, aristocratici della nobiltà italiana e d’oltre Manica, ai grandi attori di Hollywood, da Humphrey Bogart, Fred Astaire a Cary Grant; ed eleganti di ogni epoca, senza la preziosità di un paio di gemelli che fa capolino dalla manica di una giacca? L’immagine di quella minuta estremità di cotone, impreziosita da un gemello da polso, è simbolo indiscusso di classe e gesti raffinati: un baciamano; un sigaro prelibato, o un bicchiere di buon whisky che lentamente si porta alla bocca.

La bellezza di un paio di gemelli da polso sfida i confini del tempo, raccontando di storie lontane ed animi raffinati; icone di stile e ritratti di epoche dorate, sospese tra la corte inglese e lo sfarzo di Versailles agli albori del XVIII secolo, nelle quali esordirono ufficialmente in veste di bottoni da manica o, come ancora oggi li chiamano i francesi, di “boutons de manchette”. Dall’eccesso del rococò i gemelli si affermarono definitivamente, come accessorio maschile, durante l’epoca vittoriana, divenendo emblema e forza ispiratrice di quelle che oggi sono le più grandi maison dell’alta gioielleria. Nelle vetrine di Tiffany & Co. e Cartier si potevano scorgere bottoni gioiello da camicia, unitamente ai fiorenti set di gemelli in pendant con i bottoni da sparato, principalmente in madreperla, per accompagnare le serate in smoking. L’introduzione di colletti e polsi staccabili, perfezionati con la tecnica dell’inamidatura, unitamente all’avvento di materiali più accessibili, come metalli non preziosi, tra cui rame, ottone, zinco e leghe in grado di simulare l’oro e l’argento, decretò l’espansione dei gemelli da polso su scala industriale. Stemmi nobiliari o cavallereschi, logge massoniche, cifre, alte cariche militari, o semplicemente l’amore smodato per uno sport, la caccia alla volpe, gli animali, le donne; tutto ciò era reso immoto sulla superficie di un paio di gemelli tramite minuziose incisioni o decorazioni, spesso eseguite su basi lavorate in metallo, con smalti color pastello, così come quelle eseguite nell’antica tecnica guilloché del francese Peter Carl Fabergé.

Il classico per eccellenza, e il più semplice da indossare, è senz’altro il gemello da polso torpedo, con la famosa chiusura a t-bar. Accanto a quest’ultimo si affiancano gemelli più ricercati e inusuali, composti, ad esempio, di elementi decorativi su ambo le parti e tenuti assieme da catene o elementi rigidi; gemelli con chiusura a scatto e tanto in voga dagli anni Venti fino al secondo dopoguerra; gemelli da polso con nodino, i cosiddetti “Noeuds”, nei tre ori o in seta, la cui origine è spesso collegata alla casa parigina Charvet che li lanciò sul mercato nel 1904, sebbene, secondo alcune fonti, essi furono ispirati al Duca di Windsor dalla passamaneria e dagli alamari cinesi delle sue vestaglie da camera. I materiali prediletti sono da sempre i metalli nobili, ossia l’oro, solitamente in quattordici o diciotto carati, l’argento e il platino, spesso traforati o sbalzati a mano e combinati alla rara bellezza di pietre preziose, nella fattispecie di diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi, i quali, secondo il taglio e la lucidatura, possiedono quella raffinatezza tale da poter essere usate come ornamento personale. L’uso di tali gemme preziose oggi è relegato alle grandi occasioni cerimoniali in tight; le serate di gala in smoking; o tutte quelle circostanze ad alto grado di formalità. La disponibilità di pietre cosiddette semipreziose e di pietre dure consente, tuttavia, di indossare i gemelli da polso anche in occasioni meno formali, avvalendosi, ad esempio, degli splendidi berilli del Madagascar, dell’opale nobile, del granato, la turchese, la giada, i lapislazzuli o di tutta quell’immensa varietà di quarzi, cristallini e microcristallini, tra cui spiccano l’ametista, l’agata multicolore, il diaspro sanguigno e il calcedonio, nonché di materiali organici e fossili, come perle, corallo, giaietto e ambra.

I giochi di colore, prodotti dai fenomeni d’interferenza della luce con la superficie e la struttura minerale, sono responsabili di quell’infinità di luminescenze e scintilli cromatici, noti come asterismo e gatteggiamento, che esaltano la bellezza di un paio di gemelli in materiali naturali. Essi sono enfatizzati dal taglio della pietra cosiddetto a cabochon, il quale è composto di una parte superiore a forma di cupola liscia e una parte inferiore piana che consente, in base all’orientazione della faccia, di creare straordinari effetti ottici al centro della cupola. I suddetti sono caratteristici dell’occhio di tigre, una particolare varietà di quarzo; degli zaffiri e rubini stellati con il loro effetto stella spettrale; dell’alessandrite in varietà occhio di gatto, con la sua marcata banda di luce su uno sfondo giallo, verde o marrone e della pietra di luna, notoriamente apprezzata per il suo delicato riflesso madreperlaceo, argenteo o azzurrino, che galleggia sulla superficie della gemma. Degna di nota è una particolare incisione, presentata alla International Exhibition di Londra del 1862, nota come “reverse crystal intaglio”, la quale presenta un’incisione a bassorilievo, decorata magistralmente con colori netti e precisi, sulla faccia inferiore di un cristallo di rocca tagliato a cabochon. Il cristallo, montato su di un disco in madreperla, restituisce uno straordinario effetto dell’immagine sospesa e tridimensionale. Le gemme sfaccettate, invece, sono delimitate da superfici piane e levigate, dette faccette, adatte a tutte quelle aventi lucentezze brillante ed elevata dispersione della luce, la quale da origine ad incantevoli lampi di colore di cui il diamante ne è capostipite.

Grazie all’unicità e durabilità di tali gemme, un paio di gemelli non deve essere semplicemente posseduto, ma diligentemente custodito e tramandato, lasciando il gusto di assaporare quel fascino che da secoli prende vita tra le rinomate vie londinesi, parigine, newyorkesi e italiane: Bond Street; Fifth Avenue; via Condotti; Rue du  Faubourg St. Honoré; roccaforti dei maestri gioiellieri che ne hanno forgiato la moltitudine di forme, dimensioni, colori e stili nel tempo, secondo i nuovi vizi e le virtù che l’uomo ha abbracciato. I gemelli da polso sono custodi di un’innata eleganza, in grado di identificare la personalità, le passioni e le emozioni dell’uomo che si concede ancora il piacere di farne uso, ottemperando sempre alle leggi di equilibrio e armonia che dominano su ogni singola componente dell’abbigliamento maschile.


Small but relevant complement to men’s clothing, cufflinks, are the most valuable and socially acceptable accomplice among the men’s jewelery, together with the watch and tie clips, since they are functional and yet ornamental. In gold or silver; embellished with gemstones or precious gemstones, they are the most fruitful decorative aspect of men’s elegance, capable of enchantingly discreetly, slipping between the buttonholes of a double or single cuff. We could think the great dandies, aristocrats of the Italian and English nobility, the great actors of Hollywood, by Humphrey Bogart, Fred Astaire at Cary Grant, and elegant of all ages, without the preciousness of a pair of cufflinks that peeps from sleeve of a jacket? The image of that minute cotton end, embellished by a pair of cufflinks, is an undisputed symbol of class and refined gestures: a kiss; a delicious cigar, or a glass of good whiskey that slowly comes to the lips.

The beauty of a pair of cufflinks challenges the boundaries of time, telling about distant stories and refined souls; style icons and portraits of golden epochs, suspended between the English court and the glamor of Versailles at the beginning of the eighteenth century, in which they officially launched as sleeve buttons or, as French still call them, of “boutons de manchette “. From the excess of rococo the cufflinks definitively affirmed, as a men’s accessory, during the Victorian era, becoming an emblem and inspirational force of those which are today the largest jewelery maison. In Tiffany & Co. and Cartier’s shop windows, they could see a jewelery sleeve buttons, along with the flourishing set of cufflinks in pendant with studs, mainly in mother-of-pearl, to accompany the evenings in dinner jacket. The introduction of detachable collars and cuffs, perfected with the technique of starching, togheter with the advent of more accessible materials, such as non-precious metals, including copper, brass, zinc and alloys that can simulate gold and silver, decreed the expansion of cufflinks on an industrial scale.  Noble or knightly coat-of-arms, masonic logos, initials, high military charges, or simply love for a sport, fox hunting, animals, women; all this was made immobile on the surface of a pair of cufflinks through meticulous engravings or decorations, often made on metal bases with pastel colored enamels, as well as those made in the ancient guilloché technique of Frenchman Peter Carl Fabergé.

The classic par excellence, and the easiest to wear, is undoubtedly the torpedo cufflinks, with the famous t-bar closure. The aforementioned are accompanied by more unusual and refined cufflinks, composed, for example, of decorative elements on both sides and held together by chains or rigid elements; cufflinks with snap closure and much in vogue from the 1920s until the second postwar period; cufflinks with knot shape, the so-called “Noeuds”, in gold or in silk, whose origins are often linked to the Charvet’s Paris home that launched them on the market in 1904, though, according to some sources, they were had inspired to the Duke of Windsor by the frogging and the Chinese trimmings of his bedroom dresses. Preferred materials have always been noble metals, that is gold, usually in fourteen or eighteen carats, silver and platinum, often perforated or hand-blown, combined with the rare beauty of precious stones, in the case of diamonds, sapphires, rubies and emeralds, which, according to the cut and polishing, possess the sophistication that can be used as personal ornament. The use of these precious stones today is relegated to the great ceremonial occasions in tight; gala evening parties in dinner jacket; or all those with high-degree formalities. The availability of semi-precious gemstones and hard stones, however, allows to worn a pair of cufflinks even in less formal occasions, using, for example, the magnificent berylli of Madagascar, noble opal, garnet, turquoise, jade, lapis lazuli or all of that immense variety of quarts, crystalline and microcrystalline, including amethyst, multicolored agate, blood jasper and chalcedony, as well as organic and fossil materials such as pearls, coral, giaietto and amber.

Color games, produced by light interference phenomena with surface and mineral structure, are responsible for that infinity of luminescence and chromatic shimmer, known as asterism and chatoyancy, that enhance the beauty of a pair of cufflinks in natural materials. They are emphasized by cutting of the stone so-called cabochon, which is made of a top part with shaped dome and a flat bottom that allows, based on the orientation of the face, to create extraordinary optical effects in the center of the dome. A phenomenon shown particularly well in the case of the tiger eye, a particular variety of quartz; from star sapphires and rubies with their spectral star effect; from alexandrite in a cat eye variety with its flagged light band on a yellow, green or brown background and the moonstone, famously appreciated for its delicate pearly reflection, silver or blue, that floating on the surface of the gem. Noteworthy is a special engraving, presented at the International Exhibition of London in 1862, known as “reverse crystal intaglio”, featuring a bas-relief engraving, masterfully decorated with precise and net colors, on the lower face of a rock crystal with cabochon cut. The crystal, mounted on a mother-of-pearl disk, gives an extraordinary effect of suspended and three-dimensional image. Faceted gems, instead, are delimited by flat and smooth surfaces, said facets, suitable for all those with bright shades and high dispersion of light that originate the delightful color flashes of which the diamond is the parent.

Due to the uniqueness and durability of these gems, a pair of cufflinks must not simply be possessed, but diligently guarded and handed down, letting the taste of the charm that has for centuries survived among the renowned street of London, Paris, New York and Italy: Bond Street; Fifth Avenue; Via Condotti; Rue du Faubourg St. Honoré; strongholds of jeweler masters who forged the multitude of shapes, sizes, colors and styles over time, according to the new vices and virtues that man has embraced. The cufflinks are keepers of an innate elegance that is able to identify the personality, passions and emotions of the man who still enjoys the pleasure of using them, always obeying at the balance and harmony laws that dominate each men’s clothing component.

Scrittrice per passione, è autrice di diversi articoli dedicati al mondo dell’eleganza maschile. Da oltre sei anni collabora con Eleganza del Gusto, raccogliendo nei suoi scritti la vera essenza della sartoria e dell’abbigliamento classico maschile. Dottoressa in Geologia, ha da sempre una grande passione per la bellezza e l’eleganza, che trova espressione anche attraverso il suo lavoro di gemmologa.

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