Lifestyle

Sigari eXtraordinary: parla Aniello Buonincontro

arturo-fuente

Da sempre i sigari cubani identificano una fumata qualitativamente ottima e sono riconosciuti, ai più, come “i sigari” par excellence.
C’è, però, da qualche tempo, una nicchia di persone (che via via diventa sempre più ampia) che apprezza molto anche i sigari extra-cubani, considerati – per gusto, tipologia di lavorazione e prontezza di fumata – ad elevati livelli qualitativi.

Umberto Cataldo ha incontrato per voi Aniello Buonincontro, uno dei maggiori esponenti dei sigari eXtraordinary in Italia e all’estero ed è venuta fuori un’intervista decisamente inusuale per qualità dei contenuti e chiarezza di pensiero. All’interno potrete scoprire tutte le informazioni riguardanti questa “nuova” tipologia di sigari e conoscere curiosità inerenti la produzione di sigari, sì caraibici, ma non cubani.

Eleganza del Gusto: Parliamo di sigari extra-cubani; ma chi è a parlare? Chi è oggi Aniello Buonincontro e da quanto tempo vaga nel fumoso mondo dei sigari?aniello-buonincontro

Aniello Buonincontro: Ogni volta che mi si chiede di presentarmi mi trovo in grande difficoltà. Non perché mi manchi un Curriculum Vitae rispettabile, ma per la consapevolezza che, quando ci si avventura nel descrivere se stessi si tende, magari inconsapevolmente, a valorizzare quanto più possibile la propria figura.
Si evita sempre di far menzione, nello stilare l’elenco delle cose che si è in grado di fare e dei riconoscimenti ricevuti o dei titoli conseguiti, di una serie di informazioni che meglio renderebbero l’idea della propria identità, anche se ci si discosterebbe dall’immagine che si è costruita di sé stessi.

Fatta questa premessa non resta che dire che mi chiamo Aniello Buonincontro, Napoletano, Ingegnere Aeronautico, sposato e papà di due meravigliosi bambini.
Ma forse è più utile sapere che sono Sommelier, appassionato di sigari, Opera Lirica e divoratore di libri.

Lavoro per la Cigars & Tobacco di Mario Lubinski – vero demiurgo del cambiamento cui stiamo assistendo nel mondo del fumo lento – da ormai quattro anni. Mi occupo di tutta la “filiera aziendale”. Dai contatti con i produttori al rapporto con i clienti, senza trascurare i singoli consumatori. Ma le attività più significative per gli appassionati sono la selezione dei sigari da importare (che vengono valutati singolarmente prima di essere inseriti in catalogo) e la supervisione del controllo qualità del prodotto, prima che venga spedito alle tabaccherie. Non temo smentita nel dire che queste due funzioni non vengono svolte da nessun altro in Italia.

EdG: Ci parli dei sigari extra-cubani o per meglio dire eXtraordinary. Chi li ha ribattezzati così?

AB: Il neologismo è stato coniato quasi per caso. Una volta mentre discutevo con Mario ci soffermammo sul termine “extracubano”. Concordavamo che fosse triste che dei grandi sigari quali i Padron ed i Fuente dovessero venire indicati con un aggettivo che li caratterizzasse per quel che non sono e che li legasse ad un prodotto che ha standard molto diversi da quelli di questi due grandi marchi.

Ci soffermammo sul termine “extra” e giunse l’illuminazione: extra sì, ma eXtraordinary.
Ma devo ammettere che occorrerebbe andare oltre e chiamare i sigari come meriterebbero, ovvero con il nome del paese di origine. Nicaragua e Repubblica Dominicana si contendono il primato per il paese che produce più sigari, ma per quello che riguarda la qualità solo un’affezione di miopia porta a dubitare che i migliori sigari non vengano prodotti in questi due paesi.

EdG: Nonostante la calma tipica del fumo lento, i sigari eXtraordinary tendono a far discutere, anche in modo molto acceso, i loro sostenitori padron-cigarscontro i fiancheggiatori dei cubani. Al di là degli interessi aziendali, cosa distingue, nel gusto e nei tecnicismi, un sigaro cubano da un extra-cubano?

AB: Credo occorra fare una premessa. Una cosa è voler parlare della differenza tra sigari, altra è voler parlare delle differenze tra le tipologie di fumatori. Occorre comunque evitare l’errore di identificare un tipo di sigaro con il profilo del fumatore.
Se da una parte il profilo di cubanofilo è delineabile come chi fuma solo cubani evitando accuratamente ogni altra tipologia di fumata, dall’altra non esiste un corrispettivo simile, un opposto, per i fumatori di sigari eXtraordinary.
Questo perché il sigaro cubano ha una lunga storia che ha contribuito decisamente a creare cultura. Ma ci sono anche aspetti negativi in questo, magari ne parliamo dopo.
Il Nicaragua, ad esempio, è divenuto famoso per i sigari da pochi anni e non vi è stato tempo per poter stratificare una “cultura” sigarofila che delinei il fumatore tipo.

Di solito chi fuma sigari eXtraordinary ha la tendenza a fumare prodotti provenienti da tutte le regioni, senza escludere nulla, lasciandosi guidare solo dai propri gusti.

Quando si dice cubano, nicaraguense, honduregno o dominicano in realtà non si dice nulla sul sigaro. Questo ben lo sa chi fuma in maniera colta e consapevole.
Esistono buoni cubani e cattivi cubani, esistono buoni nicaraguensi e cattivi nicaraguensi e così via. In Cigars & Tobacco siamo ben consapevoli di questo, infatti effettuiamo severe selezioni per la scelta dei sigari che importiamo.
Le discussioni cui si assiste, che nulla hanno a che spartire con la passione per i sigari, sono per lo più dettate da interessi personali, spesso banali, ma non sempre. Poi la tendenza che tutti abbiamo a schierarci e tifare fa il resto.
Dire cosa stia succedendo a Cuba non rientra tra le mie conoscenze, ma so cosa accade in Nicaragua, Repubblica Dominicana ed Honduras. C’è un folto gruppo di persone che svolge il proprio lavoro, dall’aratura alla realizzazione del blending, dalla rollatura all’inscatolamento, con consapevolezza che il proprio futuro dipende dalla qualità del prodotto. Non vi è nulla di garantito ed allora è d’obbligo fornire qualità. aniello-buonincontro-didier-houvenaghel-abdel-j-fernandez-mario-lubinski
Volendo spicciolare questo termine avremo qualità della materia prima, della manifattura, costanza produttiva, carattere identificabile del prodotto.

Volendo entrare nel tecnicismo. I produttori cui ci rivolgiamo seguono le tecniche che sono della tradizione dei sigari cubani (molti di loro sono esuli e figli di esuli). L’aspetto da sottolineare è la maniacalità con la quale vengono compiuti tutti gli step del processo produttivo. Dal seme alla rollatura. Un passaggio determinante è la fermentazione. Tutti dedicano molte energie e tempo alla fermentazione delle foglie, perché è lì che si crea la qualità. Comunque sia non ho mai ritenuto che, per un fumatore, il processo sia la cosa più importante sulla quale indagare. Poiché non è possibile supervisionare il processo occorre fidarsi di quanto detto dai produttori. Allora consiglio sempre di concentrarsi sul sigaro perché, se è vero che la qualità la si crea dal seme alla conservazione del sigaro, è anche vero che se non vengono dette menzogne quella qualità la si deve ritrovare nel sigaro.

Cerco di spiegarmi meglio. Restiamo sul processo di fermentazione. Se un produttore, un cui sigaro sto valutando, mi dice che ha usato un ottimo tabacco con una lunga fermentazione ed invecchiamento, io posso verificare se è stato sincero perché so che fermentazione ed invecchiamento hanno alcune implicazioni. Una fermentazione ben condotta riduce al minimo (ma non elimina totalmente) la possibilità che il sigaro riprenda a fermentare. padronInoltre durante la fermentazione nascono gli aromi ed i sapori. Un sigaro realizzato con tabacco ben fermentato, ed invecchiato, deve portare ad un prodotto che abbia ricchezza aromatica e intensità, sia aromatica che di sapori. Ovvio che anche le altre fasi sono importanti, tipo la realizzazione del blend. Ma per capire se il master blender è stato bravo valuto l’equilibrio del sigaro, ad esempio, ma è un altro discorso.
Quel che voglio dire è che, con un po’ di esperienza e basandosi sugli insegnamenti di bravi maestri (per me persone del calibro di Didier, Jaime Garcia, Abdel J. Fernandez, Eugenio Alliata, solo per citarne alcuni) è possibile collegare le caratteristiche di un sigaro alla buona riuscita di ogni step della produzione del sigaro.

Parlo spesso, inoltre, dell’identificazione dei difetti. Qui occorre riuscire a scindere eventuali difetti del sigaro in sé dai difetti dovuti, ad esempio, ad una cattiva conservazione.
Per riuscire a fare quello di cui parlo occorre conoscere un po’ di nozioni base, che spiego in un mio seminario, pratica e, soprattutto, una mente libera. Perché se si hanno idee cristallizzate che portano a preconcetti è decisamente impossibile comprendere un sigaro.

Infine un aspetto particolare è quello della costanza produttiva. Se si ha una buona materia prima, se la si tratta bene, se si è in grado di fare un blend e via discorrendo, si otterrà non un buon sigaro, ma tutti i sigari prodotti dovranno esserlo. Se si ha pieno controllo del processo i sigari ben fatti saranno la maggioranza, intesa come distribuzione gaussiana di un processo (ovvero con pochi prodotti che hanno difetti). Se la qualità è altalenante il dubbio è che non si abbia il controllo del processo o, nel caso peggiore, che non si sappia cosa si stia facendo e il buon sigaro che ogni tanto ne si ricava altro non è che un colpo di fortuna.

EdG: A cosa è dovuto il successo raggiunto dai sigari eXtraordinary negli ultimi anni e come mai l’Italia è ancora un passo indietro, rispetto alle altre nazioni dell’UE, in quanto a conoscenza ed apprezzamento?

AB: Quando con Mario abbiamo deciso di iniziare il processo di rinnovamento aziendale non eravamo consapevoli di come il mercato avrebbe reagito. Ma eravamo coscienti di una cosa, della completa mancanza di Cultura sul sigaro in Italia. Abbiamo deciso di lavorare anche in questa direzione ed abbiamo riscosso un grande successo. Abbiamo però riscontrato anche molte opposizioni, spesso scorrette, di chi guarda ancora al mondo dei sigari con una mentalità vetusta. Siamo consapevoli che i cambiamenti non vengono mai facilitati da chi ha trovato un suo equilibrio, ma sappiamo che la storia va avanti nonostante gli sforzi mirati a fermarla. La nuova generazione di appassionati è molto attenta alla qualità, per quante possano essere le sirene che cantando svolazzano loro intorno.
In Europa la Germania e la Svizzera sono molto più avanti di noi con la vendita di sigari eXtraordinary. I dati sono noti e spesso ne discutiamo con altri importatori. Crediamo che la cosa sia imputabile ad una differente sensibilità del fumatore nei confronti dei miti sul prodotto e della qualità.

EdG: Com’è cambiata la qualità dei sigari e la tipologia di fumatore negli ultimi anni?

AB: Occorrerebbe prima mettersi d’accordo su cosa sia la qualità, anzi dovremmo innanzitutto interrogarci su cosa sia un sigaro.
Questo perché come non basta versare dei colori su una tela per ottenere un quadro così non basta arrotolare del tabacco per ottenere un sigaro. Detto questo, il livello della qualità dei sigari, nei paesi dai quali provengono i prodotti che noi importiamo, procede in crescendo. Anche se occorre aggiungere che in scia si infilano molti produttori che colgono l’attimo per inserire prodotti tutt’altro che eccellenti.mario-lubinski-george-sosa-aniello-buonincontro
Per noi la qualità è un sigaro con determinate caratteristiche, ottenute attraverso un processo condotto con passione ed onestà. Partendo dalla selezione dei semi, dalla scelta del campo fino alla spedizione dei box dal nostro magazzino. Ma noi andiamo oltre. Per quanto complicato possa essere diamo pieno supporto all’appassionato. Il nostro piccolo successo e il consenso crescente che riscuotiamo è indice del fatto che sempre più persone la pensino come noi. Fino a qualche anno fa ci si doveva accontentare dei prodotti presenti sul mercato. Ora, come minimo, si ha la possibilità di scegliere.
I fumatori curiosi, i veri appassionati, provano, esplorano. Molti, facendo così, hanno compreso che vi sono frontiere, nel mondo dei sigari, che sono state ampiamente superate. I fumatori stanno diventando decisamente più colti ed esigenti in termini di qualità del prodotto.

EdG: Ogni momento è quello giusto per gustare un sigaro ed ogni fumata necessiterebbe di un sigaro diverso. Ce n’è uno che preferisce a tutti gli altri?

AB: La scelta del momento giusto per fumare è un qualcosa di prettamente personale, così come la scelta del sigaro da fumare. Le variabili che concorrono sono tante. Dal tempo che si ha da dedicare a se stessi, al budget a disposizione. Quello che facciamo noi è offrire una ampia gamma di prodotti, che variano per prezzo, modulo, forza, intensità, durata, sapori ed aromi, ma sempre con un elevato rapporto qualità/prezzo. Questo permette di poter scegliere senza doversi accontentare.
Personalmente non ho un sigaro preferito, piuttosto una gamma di sigari che fumo sempre volentieri. I Fuente ed i Padron non si discutono, li adoro. Ma volendo scendere tra i comuni mortali indicherei i Nicarao, gli Oliva, i My Father, gli Alec Bradley e… ok, meglio darci un taglio e accendere.oliva

EdG: Cos’è per lei, l’Eleganza del Gusto?

AB: Questa è una domanda disarmante, nella sua semplicità. “Eleganza del gusto” coniuga due termini che sono l’uno il risultato di una serie di convenzioni sociali, l’altro un qualcosa che dovrebbe essere strettamente personale.

L’eleganza è un concetto legato al giudizio altrui, nonostante questo occorre sempre mantenere un equilibrio che tenga conto della propria personalità. Il rischio che si corre, infatti, è quello di conformarsi rinunciando alla propria identità.

Personalmente preferisco la semplicità essenziale ad una immagine affettata costruita per compiacere qualcuno.
Il gusto è un qualcosa di cui parlerei per ore, scomodando Baumgarten, Kant e Arendt.

Lo si può definire come la capacità di giudicare ciò che ci circonda, in particolar modo l’arte. Il gusto, sappiamo, tende a diffondersi e uniformarsi caratterizzandosi per cultura, periodi storici o, semplicemente, per determinati gruppi di persone.
Di solito si dice che è un qualcosa di prettamente personale, ma è davvero così? Le influenze esterne giocano un ruolo determinante sul nostro processo di giudizio. Il rischio è perdersi il piacere di esplorare e scoprire novità che, magari, si avvicinano maggiormente al nostro essere.

Un punto sul quale mi soffermerei è il fenomeno che porta all’evoluzione del gusto. Un processo che tiene conto di due forze opposte. La prima è quella che tende a mantenere il gusto immutato. La stabilità, si sa, è indice di sicurezza. Questa è la forza che risulta vincente nella maggioranza dei casi.
La seconda forza spinge ad esplorare nuovi campi, per curiosità, voglia di novità, bisogno di placare quella fame di conoscenza che alcuni individui ben conoscono. Questa è generalmente presente negli spiriti liberi,  che battono il sentiero che altri seguiranno, ma più tardi, quando non potranno fare diversamente. Gli altri, ovvero gli stessi che guardavano con diffidenza chi aveva mosso i primi passi.


Cuban cigars have always been identified as the cigars par excellence. There is, however, for some time now, a niche of people (which gradually becomes more and more wide) that has almost completely abandoned these cigars in favor of extra-Cuban cigars. In favor of the eXtraordinary cigars, considered – to taste, working typology and readiness for use – best of Cuban cousins.

Umberto Cataldo met Aniello Buonincontro, a leading figure of eXtraordinary my-fathercigars in Italy and abroad and is coming off quite unusual interview for quality of content and clarity of thought. Enjoy it!

Eleganza del Gusto: Who is Aniello Buonincontro?

Aniello Buonincontro: I’m the B2B and B2C manager for Mario Lubinski’s Cigars & Tobacco for four years now. I deal with all the “business chain”. The most important activities are the selection of cigars to be imported (which are assessed individually before being included in the catalog) and the supervision of product quality control, before it is sent to the tobacco shops. I do not fear contradiction in saying that these two functions are not performed by any other in Italy.

EdG: Tell us about extra-Cuban cigars or, rather, eXtraordinary cigars. Who has dubbed them so?

AB: The neologism was coined almost by accident. Once while discussing with Mario we paused on the term “extra-Cuban”. We agreed that it was sad that the great cigars such as Padron and Fuente were to be indicated by an adjective that would characterize them for what they are not and that tied them to a product that has very different standards from those of these two great brands.

We reflected on the term “extra” and reached the illumination: Ok extra, but eXtraordinary.
But I have to admit that we should go further and call the cigars as they deserve, that is, with the name of the country of origin.

EdG: Today there are strong clashes on the contention of the best cigars primacy. Beyond company interests, what distinguishes, in taste and technicalities, a Cuban cigar from an extra-Cuban?

AB: I think we need to make an introduction. One thing you want to talk about the difference between cigars, the other is to want to talk about the differences between the types of smokers. It must however avoid the mistake of identifying a type of cigar with the profile of the smoker.

The habano aficionado only smokes Cuban carefully avoiding any other type of cigar, on the other side there isn’t a similar figure, an opposite, for smokers of extraordinary cigars. This is because the Cuban cigar has a long history that has definitely helped to create culture. But there are also negative aspects to this. When they say Cuban, Nicaraguan, Honduran and Dominican does not really say anything about the cigar. There are good and bad Cubans, good and bad Nicaraguans and so on.

In Nicaragua, Dominican Republic and in Honduras there is a large group of people who carries out his work, from plowing to the realization of the alec-bradleyblending, from rolling to canning, with the knowledge that their future depends on the quality of the product. There is nothing guaranteed and then it is a must to provide quality.
Wanting to define this term we have the raw material quality, manufacturing, production consistency, identifiable character of the product.

EdG: In what is due the success achieved by the eXtraordinary cigars in recent years?

AB: With Mario when we decided to start the company renewal process we were not aware of how the market would react. But we were aware of one thing, the complete lack of cigar’s culture in Italy. We decided to work in this direction and we have been very successful. However, we also found a lot of opposition.

EdG: How has changed the quality of the cigars and the type of smoker in recent years?

AB: The quality of the cigars, in countries from which we import products, goes on a high level. For us, quality is a cigar with certain characteristics, obtained through a process conducted with passion and honesty. Smokers curious, real enthusiasts, they try, explore. Many, by doing so, have realized that there are frontiers in the world of cigars, which have largely been overcome. Smokers are becoming much more educated and demanding in terms of product quality.

EdG: Every moment is the right to enjoy a cigar and each smoked would require a different cigar. There is one that you prefer to all others?

AB: The variables involved are many. By the time you have to devote to themselves, to the available budget. Personally I don’t have a favorite cigar, quite a range of cigars that always willingly smoke. The Fuente and Padron are unquestionable, I love them. But wanting to get down among the ordinary mortals would point the Nicarao, the Oliva, My Father, the Alec Bradley and … ok, better to give it a rest and turn on.

EdG: What’s for you l’Eleganza del Gusto?

AB: Eleganza del Gusto combines two terms (elegance and taste) which are one the result of a set of social conventions, the other a something that should be strictly personal. Personally I prefer the essential simplicity to a sliced image built to please someone.
The taste is something of which I would speak for hours, talking about Baumgarten, Kant and Arendt…

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.