Impronte di eleganza: La scarpa maschile

Compagna fedele e senza tempo, la calzatura è un inno prezioso all’eleganza maschile. Desiderata, contemplata e venerata, nelle sue infinite fogge è da sempre segno di distinzione per l’uomo elegante che lascia le sue tracce di inimitabile grazia. Nel lungo percorso di elevazione, la scarpa è senz’altro un indissolubile alleata.

La tradizione millenaria dell’arte calzaturiera incontra il desiderio di unicità e raffinatezza del gentiluomo, benché la scarpa maschile non sia un semplice oggetto d’ornamento adibito a soddisfare i bisogni estetici, ma un prolungamento della raffinatezza interiore che si manifesta in ogni singola parte dell’abbigliamento. D’Annunzio, da buon maniaco e collezionista, mostrava particolare amore e ricercatezza per pellami e calzature d’eccezione, poiché l’eleganza maschile è esoterica, essa si basa sui dettagli. Non si tratta di sceglierne solo il modello, ma di intraprendere un piacevole viaggio a passo di eleganza, alla ricerca della scarpa che meglio rispecchi la propria personalità, sull’inesorabile scia dell’adeguatezza e del buon gusto. “Una scarpa inadeguata può rovinare anche la più solida delle reputazioni”. Con queste semplici parole, Churchill, designava quello che è un punto fermo nell’abbigliamento maschile.

La scarpa è l’asse centrale su cui ruota l’intera formalità dell’abito. Dovrà, infatti, essere in piena sintonia con ogni sua componente. Più in generale il concetto di formalità di una calzatura è inversamente proporzionale alla quantità di decori presenti in ogni modello, considerando che ognuno di essi presenta sempre una variante liscia d’impareggiabile purezza e solennità. Dalla scelta dei materiali e della suola, del modello e del colore, nulla è casuale. Puntali lisci o sobrie decorazioni per un abbigliamento classico e formale; squisita prodigalità di trafori e punzonature per animare il tempo libero e i contesti meno formali, fondendosi al tipo di pellame più indicato. Irreprensibile la versatilità del vitello, morbido, dalla finitura traslucida e lisciata. Eterno il palpito delle pelli pregiate e anticate a mano, tra cui il cordovan, culatta equina d’ineguagliabile pregio e rarità, che rivela una resistenza e luminescenza quasi immortale, grazie ad lungo processo di lavorazione e conceria. Notevolmente originale ed estremamente duttile l’alligatore. Delicata e vellutata la pelle scamosciata; robusti e durevoli il nabuk e la pelle di daino per calzature di spessore e carattere sportivo. L’apertura più o meno aperta, le diverse proporzioni della zona del collo, la spaziatura degli occhielli e il materiale dei lacci definiscono l’area focale di ogni scarpa e su di essa nascono i modelli classici dell’abbigliamento maschile.

Regina di eleganza la scarpa Oxford, prediletta dai piedi dei presidenti John F. Kennedy e Harry S. Truman, è un capo elitario nell’olimpo dell’uomo elegante. Occasionalmente presenta delle broguing, punzonature decorative sulla punta, senza mai perdere la sua naturale linea di maestosa semplicità e classe innata. Lucidata a specchio, in vernice o in vitello nero spazzolato per le serate che richiedono lo smoking, si adorna di sottili suole in cuoio e splendido minimalismo estetico. I gambetti, cuciti sotto la mascherina, creano la sua peculiare apertura a V, che la contraddistingue dalla sua beneamata vicina di scarpiera, la Derby, che avrà, invece, i gambetti cuciti sopra la mascherina. È prima del tramonto che questa scarpa trova il suo terreno più propizio, dalla versione liscia, full brogue o semi brogue, la sua particolarità di forma e l’allacciatura aperta donano al piede impareggiabile comodità ed efficienza. Con ogni sfumatura di marrone si destreggia perfettamente con abiti spezzati e in tweed; ideale per polacchini o stivaletti contro il gelido inverno. La presenza di decori sulla punta, tagliata dritta in una half brogue, o a coda di rondine in una full brogue, determinano un allure distinta, ma meno austera. La monk strap abbraccia deliziosamente il piede, con la sua fibbia, doppia o singola, che arricchisce la mascherina priva di allacciatura e sminuisce il rigore di una stringata, seppur decisamente più elegante di un mocassino, anche noto come penny loafer, che si riserva per le occasioni meno forbite. Nelle sue diverse declinazioni, può presentare sfarzosi ornamenti, quali frange e nappine. Da non confondere quest’ultima con la slippers, anch’essa priva di allacciatura, ma con una tomaia priva di cuciture. Si caratterizza come audace scarpa da salotto, in soffice velluto e ricami dorati. L’opera pumps, con il suo fiocco in seta e calzata snella, è la slippers nera più aggraziata da indossare in occasioni serali altamente cerimoniali, con un certo grado di preferenza per il frac.

La rigida regola del “no brown in town and after six”, può essere saggiamente aggirata con accortezza e fantasia, evitando tale colore con abiti neri e in circostante estremamente formali. Testa di moro e nero sono le tonalità perfette per ogni occasione, anche se, a volte, risultano una scelta piuttosto scontata. La variante bicolore, meglio conosciuta come spectator, in genere in bianco e nero o sui toni del marrone, amata da molti, compresa da pochi, fu particolarmente adorata da Fred Astaire e Al Capone. Simbolo dello stile gangster durante la Grande Depressione, è perfetta in estate e in primavera, accompagnate da Panama e blazer con leggeri contrasti. Una scarpa che rifugge dalla banalità e richiede al tempo stesso una certa abilità di abbinamento. Nella scarpiera del Duca di Windsor compaiono numerosi modelli di bicolore, soprattutto penny loafer, indossati di sovente con completi gessati e grigio scuro.

Quale che siano il colore o il modello, oxford, brogue, mocassino, fibbiata o polacchino, ogni calzatura sarà tanto più armoniosa, quanto maggiore siano la qualità, l’appropriatezza e la cura. I più esigenti si affideranno a pezzuole di seta e cashmere, cere grasse e naturali che accarezzano il pellame idratandolo a fondo nel delicato momento della pulizia. L’uso di lucidi a pasta dura donano nuova vitalità alla superficie che brilla di una luce propria, come un diamante immerso in una luce sempre mobile. Una scarpa ben umettata e levigata avrà la giusta protezione ed elasticità, determinando una maggiore stabilità. L’imperativo è di accudirla senza nascondere i segni del tempo che la contraddistinguono e rendono unica. Quella speciale patinatura dona un’inconfondibile espressività che solo una scarpa vissuta è in grado di comunicare. Il gran Signore e Principe Antonio de Curtis lucidava personalmente le sue scarpe, a simboleggiare la passione che il vero uomo di stile riversa per le sue calzature. Da non tralasciare l’importanza dell’allacciatura, in apparenza un futile particolare, esso è sede di distinzione, in quanto, al pari di una cravatta, esprime il senso profondo di se stessi e di vivere la vita. Lacci sottili, o piatti in grosgrain, per calzature di suprema eleganza; lacci corposi per scarpe di natura rustica, dai pellami spessi e martellati. Una fodera in capretto, cashmere o morbido vitello renderà la giusta giustizia al benessere del piede.

Sul simposio dell’eccellenza calzaturiera, irrompe senza eguali di forma e stabilità la scarpa artigianale, un’opera d’arte che ha cementato il suo inestimabile valore nel cuore degli appassionati di stile. Una profusione di punti che si susseguono a infondere qualità e raffinatezza che si manifesta fin dalle prime fasi del taglio rigorosamente eseguito a mano, passando attraverso il montaggio della tomaia alla forma, fino alla colorazione e finitura. L’unica macchina è quella adibita alle cuciture. Fili di cotone s’intrecciano tra le mani dell’artigiano, o meglio, l’artista artefice di quella perfezione aurea e unicità che manca nella produzione in serie, poiché l’arte calzaturiera non è fatta solo di strumenti e pellami pregiati, ma anche di occhi e di mani che dirigono sapientemente forma e colore. Come in un meraviglioso quadro che lascia senza fiato, i colori si aggradano delineando diverse nuance e sfumature finemente eseguite e pitturate. Una costante passione di creatività e sapienza manuale che conduce alle vette dell’autenticità e della qualità assoluta per una scarpa che migliora nel tempo ed esalta la singolarità di chi la indossa.

Quality is remembered long after, the price is forgotten.

Sir Henry Royce, fondatore Rolls-Royce

Faithful and timeless partner, the men’s shoe is a precious hymn to the men’s elegance. Desired, contemplated and venerated, in its endless manner it is, has always been a sign of distinction for the elegant man that leaves his traces of inimitable grace. In the long route of elevation, the shoe is certainly an indissoluble ally. The millennial tradition of the shoemaking art meets the desire of uniqueness and refinement of the gentleman, although the men’s shoe is not a simple object of ornament, turned to satisfy the aesthetical needs, but a prolongation of the inside refinement that manifests it in every single part of garments. D’Annunzio, as a good maniac and collector, showed particular love and refinement for exceptional leather and shoes, because the men’s elegance is esoteric, it founds it on the details. It doesn’t deal with choosing only its model, but to undertake a pleasant trip with elegance footstep, to research the shoe that better mirrors the personality, on the inexorable wake of the adequacy and the good taste. “An inadequate pair of shoes can also destroy the most solid reputations”. With these simple words, Churchill, designated what is a firm point in the men’s wear.

The shoe is the central axle on which wheel the whole formality of the suit. It will owe, in fact, to be in full tuning with its every component. In general the concept of formality of shoes is inversely proportional to the quantity of decorations present in every model, considering that each of them always introduces a smooth variation of inimitable purity and solemnity. From the choice of the materials and the sole, of the model and of the color, nothing is casual. Smooth cap toe or sober decorations for a classical and formal suits; delicious prodigality of piercings and punching for animate the free time and less informal contexts, that join it to the more suitable type of  leather. Inexorable the versatility of the calf, soft, from the translucent and smooth finish. Endless the beating of the fine and hand antiqued leather, among which the cordovan, equine breech of incomparable quality and rarity, that it reveals a resistance and luminescence almost immortal, thanks to long process of workmanship and tannery. Notably original and extremely ductile the alligator leather. Delicate and velvety the suede leather; strong and durable the nabuk and the fallow leather, ideal for shoes with thickness and sporting character. The opening more or less open, the different proportions of the zone of neck, the spacing of the buttonholes and the material of the drawstrings define the focal area of every shoes and on it the classical models of the men’s garments are born.

Queen of elegance the Oxford shoe, preferred by the presidents John F. Kennedy and Harry S. Truman feet, is an elitist garment in the Olympus of the elegant man. Occasionally introduces some broguing, decorative punchings on the cap toe, without never losing its natural line of stately simplicity and innate class. Polished as a mirror, in varnish or in black brushed calf for the evenings that ask tuxedo, it is decorates of thin leather sole and splendid aesthetical minimalism. The eyelets, stitched under the vamp, create the peculiar V opening, that countersigns it from its beloved next shoes wardrobe, Derby, that will have, instead, the eyelets stitched on top of vamp. Before the sunset this shoe finds its more propitious ground, from the smooth version, full brogue or half brogue, its particularity form and the open lacing give to the foot inimitable comfort and efficiency. With every tone of brown, it perfectly manages it with broken and  tweed suit; ideal for chukka boots or tricker’s boots against the icy winter. The presence of decorations on the cap toe, right-hand cut in a half brogue, or flyng wing in a full brogue, determine refined allure, but less austere. The monk strap shoe embraces delightfully the foot, with its buckle, double or single, that enriches the deprived lacing vamp and it diminishes the rigor of one laced, even though decidedly more elegant than a moccasin, also known as penny loafer, that reserves it for the less courtly occasions. In its different declinations, can introduce sumptuous ornaments, what fringed and tassels. Not to confuse this last with the slippers, also without of lacing, but without seams on the vamp. It is audacious chamber shoe, in soft velvet and gilded embroideries. The opera pumps, with its silk bow and slim fit, it is the black slippers more graced to highly wear in evening ceremonial occasions, with a certain degree of preference for the frac.

The rigid rule of the “no brown in town and after six”, can have wisely outflank with caution and imagination, avoiding such color with black suits and in extremely formal occasions. Dark brown and black are the perfect tonalities for every occasion, even if, sometimes, they result a choice quite discounted. The bicolored variation, better known as spectator, generally in black and white or on the tones of  brown, loved by many, understood by few, it was particularly beloved from Fred Astaire and Al Capone. Symbol of the gangster style during the Great Depression, is perfect in the summer and in spring, accompanied by Panama and blazer with light contrasts. A shoe that escapes from the banality and asks, at the same time, a great ability of combining. In the shoes wardrobe of the Duke of Windsor appear numerous bicolored models, above all penny loafer, worn often with complete pinstripe and dark grey suits.

What that is the color or the model, oxford, derby, loafer, monk strap or boots, every shoes will be very more harmonious, how much great is the quality, the appropriateness and the care. The most demanding are relying on silk and cashmere cloths, fat and natural waxes that caress the leather in the delicate moment of the cleaning. The skillful use of polishes give a new vitality to the surface that shines of a proper light, as a diamond absorbed in a always mobile light. A well cared and smoothed shoe will have the correct protection and elasticity that determining a great stability. The imperative is to attend it without hiding the signs of the time that countersign it and make it unique. That special patina gives an unmistakable expressiveness that only a lived shoe is able to communicate. The big Lord and Prince Antonio De Curtis,  personally polished his shoes to symbolize the passion that the true gentleman of style reserve for his shoes. Not to skip the importance of the lacing, in appearance a trivial detail, it is center of distinction, because, as a tie, expresses the deep sense of himself and to live the life. Thin, or flat grosgrain drawstrings, for shoes with supreme elegance; full-bodied drawstrings for shoes with rustic nature, with thick and hammered leather. A lining in kidskin, cashmere or soft calf will make the correct justice to the comfort of foot.

On the symposium of the shoemaking excellence, storms without equal of form and resistance the handmade shoes, an artwork that has cemented its inestimable value in the heart of the lovers of style. A profusion of points to infuse quality and refinement, that manifests it since the first phases of the cut rigorously hand performed, passing through the assemblage of the vamp to the form, up to the coloration and finish. The only machine is for the seams. Cotton threads weave him among the hands of the artisan, or better, the artist that made the golden perfection and uniqueness that it misses in the series production, since the shoemaking art is not made only of tools and appreciated leather, but also of eyes and hands that wisely direct form and color. As in a marvelous picture that leaves without breath, the colors follow each other to delineating different nuance and tones elegantly performed and painted. A constant passion of creativeness and manual knowledge that it conducts to the peaks of the authenticity and the absolute quality for a shoes that improves in the time and exalts the singleness of man that wears it.

Quality is remembered long after, the price is forgotten.

Sir Henry Royce, founder Rolls-Royce