Ai piedi del Vesuvio, in quel di San Giuseppe Vesuviano, sorge un brand che ha un’unica mission: realizzare camicie che vestano come una seconda pelle su chi dovrà indossarle. Oggi parliamo della camiceria Avino, laboratorio napoletano, esponente dei camiciai de Le Mani di Napoli.
Avino – laboratorio napoletano
Da sempre appassionato di moda, Francesco Avino fonda nel 2004 il suo brand d’ispirazione artigiana. Camicie fatte secondo la tradizione sartoriale napoletana, che strizzano l’occhio alle richieste del cliente moderno. Un cliente abituato a viaggiare per lavoro e piacere e che cerca nella camicia tutta la comodità del vestire.
Intervista
Eleganza del Gusto: La camiceria Avino nasce come realtà nel panorama bespoke per poi svilupparsi ed attestarsi anche come brand RTW. Come si fa a mantenere certi standard qualitativi anche nel pronto?
Francesco Avino: Con l’attenzione ai dettagli ed un lavoro meticoloso sulla modellistica. Per quanto mi riguarda, se si parla di qualità, non ci si può fermare ad un solo parametro; un risultato ottimale lo si raggiunge partendo dalla scelta dei tessuti e finendo con il servizio clienti post vendita. Questa è la mia visione.
EdG: Da dove deriva la scelta dei prodotti pronti in taglia?
FA: Più che artigiana, la mia è un’indole imprenditoriale. Sono molto legato ai numeri ed ho lavorato tanto per tenere legati tra loro il volume d’affari e la qualità del prodotto. Ovviamente non posso affermare di avere un fatturato da industria, però il mio intento era quello di andare al di là degli standard da piccola bottega.
EdG: Ci sono progetti per il futuro prossimo?
FA: Il sogno sarebbe quello di arrivare a firmare un total look. Ma sono consapevole che a quel livello ci si dovrebbe approcciare davanti a fatturati industriali.
EdG: Al netto delle sue affermazioni, come mai ha scelto di entrare nell’associazione Le Mani di Napoli, composta in buona parte da artigiani?
FA: È stata una scelta naturale. Mi sono proposto subito dopo aver appreso la notizia della volontà di creare l’associazione, forte del mio interesse a mantenere degli standard molto alti nella produzione di camicie. Questo è stato fin da subito apprezzato dai miei colleghi all’interno de Le Mani di Napoli. La motivazione principale è stata la vera opportunità di fare rete. Forse, per la prima volta, stiamo andando uniti a scrivere la storia del sistema moda/artigiano napoletano.
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Le Mani di Napoli: camiceria Avino
At the foot of Vesuvius, in San Giuseppe Vesuviano, stands a brand that has a single mission: to make shirts that fit like a second skin on whoever will have to wear them. Today we talk about Avino shirts, a Neapolitan laboratory, exponent of the shirt makers of Le Mani di Napoli.
Avino – Neapolitan laboratory
Always passionate about fashion, Francesco Avino founded his artisan-inspired brand in 2004. Shirts made according to the Neapolitan sartorial tradition, which wink at the demands of the modern customer. A customer used to traveling for work and leisure and who looks for all the comfort of dressing in a shirt.
Interview
Eleganza del Gusto: Avino shirts were born as a reality in the bespoke panorama and then developed and established themselves also as an RTW brand. How do you maintain certain quality standards even in ready-to-wear?
Francesco Avino: With attention to detail and meticulous work on modeling. As far as I’m concerned, if we talk about quality, we can’t stop at just one parameter; an optimal result can be achieved starting from the choice of fabrics and ending with the after-sales customer service. This is my vision.
EdG: Where does the choice of rtw products come from?
FA: More than an artisan, mine is an entrepreneurial nature. I am very attached to numbers and I have worked hard to keep the volume of business and the quality of the product linked. Obviously I can’t claim to have an industry turnover, but my intent was to go beyond the standards of a small shop.
EdG: Are there any plans for the near future?
FA: The dream would be to get to sign a total look. But I am aware that at that level one should approach industrial turnover.
EdG: Net of your statements, why did you choose to join the Le Mani di Napoli association, made up largely of artisans?
FA: It was a natural choice. I proposed immediately after hearing the news of the desire to create the association, thanks to my interest in maintaining very high standards in the production of shirts. This was immediately appreciated by my colleagues at Le Mani di Napoli. The main motivation was the real opportunity to network. Perhaps, for the first time, we are going together to write the history of the Neapolitan fashion/artisan system.
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