La prima volta che ho incontrato Massimo Corrado, nel 2019, ho scoperto una persona con un grande sogno, prima di un validissimo artigiano ed imprenditore. Oggi torniamo da lui in occasione del suo ingresso ne Le Mani di Napoli.
Massimo Corrado, artigiani pantalonai.
Spostatosi da Orta di Atella a Carinaro, sempre in provincia di Caserta, Massimo Corrado continua a realizzare pantaloni da spedire in tutto il mondo, fatti con la sapienza artigiana di sempre abbinata all’utilizzo di nuove ed innovative tecnologie che gli permettono di consegnare pantaloni su misura del cliente, pur se questo si trova dall’altra parte del mondo.
Intervista
Eleganza del Gusto: Massimo Corrado torna nella community di Eleganza del Gusto. So che ci sono stati dei cambiamenti nella tua azienda, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Raccontaci qualcosa.
Massimo Corrado: Abbiamo cambiato sede, ci siamo ingranditi. Le scelte che abbiamo fatto ci stanno
premiando. Quando ci siamo visti l’ultima volta eravamo improntati sulla tecnologia: ci eravamo chiesti che cosa potesse arrivare nel futuro della nostra tradizione, della nostra sartorialità.
In un mondo frenetico dove il nostro cliente ha sempre meno tempo per farsi coccolare e curare dal sarto, ci siamo inventati la possibilità di creare il su misura a distanza. Scegliere un tessuto, un modello e prendere le misure comodamente a casa, nei ritagli di tempo.
Questo ci ha permesso di avere tanti feedback positivi e riscontriamo un aumento di questo flusso, non solo dovuto al periodo della pandemia, ma soprattutto dovuto alla comodità di questa opzione. La possibilità di avere finito a casa un prodotto sartoriale in breve tempo che gli va ‘’a pennello”.
È un connubio perfetto: il prodotto fatto bene ad un giusto costo. Un prodotto sartoriale oltre al tessuto e alla manifattura ha una serie di lavorazioni che esulano dal lavoro del sarto, come il prendere le misure.
Usciamo con un prodotto finemente sartoriale, industrializzato con un up-grade della sartoria. Alcune caratteristiche del sartoriale hanno delle pecche per alcuni capi, come i punti a mano del sarto sul pantalone che, a differenza di una giacca, subisce più sollecitazioni. Noi abbiamo industrializzato alcune operazioni sartoriali per ottenere un prodotto più solido e più duraturo nel tempo.
EdG: L’innovazione tecnologica potrà risultare domani sicuramente una scelta lungimirante. Quanto in questa scelta ha influito la pandemia?
MC: In realtà questo progetto era già in cantiere prima della pandemia. La pandemia ha rafforzato la nostra idea iniziale. Non abbiamo subito un calo durante la pandemia ma dalla pandemia ad oggi siamo in una continua crescita annuale maggiore del 70%.
EdG: Ci sono degli sviluppi futuri previsti? Stai lavorando a qualcos’altro?
MC: Credo che più che altro si dovrebbe preservare quello che si è creato. L’idea per il futuro è attestarsi in questo mondo che ci siamo creati, ma sarà difficile farlo senza manodopera.
Dato che il manifatturiero è in crescita, soprattutto in Italia, e soprattutto perché nel mondo il made in Italy è ancora un faro, dovremmo dare la possibilità ai ragazzi di imparare. Se non si impara al di sotto dei 30 anni si ha poi difficoltà ad impararlo, quindi bisognerebbe creare una vera formazione tematica.
Noi lo stiamo facendo reclutando personale in posti in cui c’è davvero una voglia di riscatto, in cui ci sono persone che approcciano il lavoro in una maniera diversa. Per tutelare questo lavoro vogliamo trasferire le nostre conoscenze alle nuove reclute, a chi farà il secondo piano di questa casa.
EdG: È stato questo il motivo che ti ha spinto a sposare il progetto Le Mani di Napoli?
MC: La motivazione scatenante è stata sicuramente Napoli.
Napoli è una città bistrattata e demonizzata da 160 anni, quando ha smesso di essere la capitale del Mediterraneo. Era una città innovativa con centinaia di primati mondiali ed europei. Ad un certo punto venne declassata, così come i suoi abitanti.
Si parla sempre, soprattutto in televisione, di una Napoli degradata. Non tutti sanno che camminare per i vicoletti di Napoli permette di conoscere il passato aristocratico della città.
Le Mani di Napoli dà la possibilità di valorizzare questa città, anche tramite il nostro lavoro artigianale che è secondo me il frutto di quella Napoli aristocratica del 600, 700 e 800 in cui i nobili e i benestanti napoletani avevano bisogno di farsi notare con gli abiti. Nacque così la tradizione napoletana che oggi, da circa dieci anni, torna prepotente a grande richiesta sul mercato.
EdG: Su cosa dovrebbe puntare l’associazione?
MC: Sulla sinergia tra aziende competenti. Troppo spesso chi risulta più bravo nella promozione mediatica gira il mondo parlando di sartoria napoletana, ma vende prodotti che non ne rispecchiano l’essenza. Quando, poi, arriva un vero sarto a portare il vero prodotto napoletano non risulta credibile. È fondamentale creare una sinergia tra di noi per permettere di abbassare il livello di queste infiltrazioni.
© TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
Le Mani di Napoli: Massimo Corrado
The first time I met Massimo Corrado, in 2019, I discovered a person with a big dream, before a very valid craftsman and entrepreneur. Today we return to him on the occasion of his entry into Le Mani di Napoli.
Massimo Corrado, trouser maker.
Having moved from Orta di Atella to Carinaro, still in the province of Caserta, Massimo Corrado continues to create trousers to be shipped all over the world, made with the traditional craftsmanship rules combined with the use of new and innovative technologies that allow him to deliver trousers made to measure, even if the customer is on the other side of the world.
Interview
Eleganza del Gusto: Massimo Corrado returns to the Eleganza del Gusto community. I know that there have been some changes in your company, especially from a technological point of view. Tell us something.
Massimo Corrado: We changed headquarters, we expanded. The choices we’ve made are there rewarding. When we met last time we were based on technology: we wondered what could come in the future of our tradition, of our tailoring.
In a frenetic world where our customers have less and less time to be pampered and taken care of by the tailor, we have invented the possibility of creating tailor-made products remotely. Choose a fabric, a model and take measurements comfortably at home, in your spare time.
This has allowed us to have a lot of positive feedback and we see an increase in this flow, not only due to the pandemic period, but above all due to the convenience of this option. The possibility of having a sartorial product finished at home in a short time that suits him perfectly.
It is a perfect union: the product well done at a fair price. In addition to the fabric and manufacturing, a sartorial product has a series of processes that go beyond the tailor’s work, such as taking measurements.
We come out with a finely tailored product, industrialized with an up-grade of tailoring. Some characteristics of the tailoring have flaws for some garments, such as the tailor’s hand stitches on the trousers which, unlike a jacket, undergo more stress. We have industrialized some tailoring operations to obtain a more solid and longer-lasting product.
EdG: Technological innovation could certainly be a forward-looking choice tomorrow. How much did the pandemic influence this choice?
MC: In reality this project was already in the pipeline before the pandemic. The pandemic has strengthened our initial idea. We have not suffered a decline during the pandemic but since the pandemic we have been in continuous annual growth greater than 70%.
EdG: Are there any future developments planned? Are you working on something else?
MC: I believe that more than anything you should preserve what you have created. The idea for the future is to establish ourselves in this world that we have created for ourselves, but it will be difficult to do it without manpower.
Given that manufacturing is growing, especially in Italy, and above all because Made in Italy is still a beacon in the world, we should give young people the opportunity to learn. If you don’t learn it under the age of 30, then you have difficulty learning it, so you should create a real thematic training.
We are doing this by recruiting personnel in places where there is really a desire for redemption, where there are people who approach work in a different way. To protect this job we want to transfer our knowledge to the new recruits, to those who will build the second floor of this house.
EdG: Was this the reason that prompted you to embrace the Le Mani di Napoli project?
MC: The trigger was definitely Naples.
Naples has been a mistreated and demonized city for 160 years, when it ceased to be the capital of the Mediterranean. It was an innovative city with hundreds of world and European firsts. At some point it was downgraded, as were its inhabitants.
There is always talk, especially on television, of a degraded Naples. Not everyone knows that walking through the narrow streets of Naples allows you to get to know the city’s aristocratic past.
Le Mani di Napoli gives the opportunity to enhance this city, also through our craftsmanship which, in my opinion, is the result of that aristocratic Naples of the 1600s, 1700s and 1800s in which the nobles and wealthy Neapolitans needed to get noticed with their clothes. Thus was born the Neapolitan tradition which today, for about ten years, has come back overwhelmingly in great demand on the market.
EdG: What should the association focus on?
MC: On the synergy between competent companies. Too often those who are better at media promotion travel the world talking about Neapolitan tailoring, but sell products that do not reflect its essence. Then, when a real tailor arrives to bring the real Neapolitan product, he is not credible. It is essential to create a synergy between us to allow the level of these infiltrations to be lowered.
© ALL RIGHTS RESERVED
