Andare a nozze: cosa indossare ai matrimoni

L’aria di primavera ci ha recapitato alcuni inviti a nozze e, con essi, è pure arrivata l’idea di scrivere un articolo sull’abbigliamento dello sposo. Tuttavia, più che soffermarmi sui dettagli sartoriali, ho trovato conveniente analizzare la scelta di un abito adatto all’occasione per capire cosa indossare ai matrimoni.

Innanzitutto, è bene ricordare che la regola più importante quando ci si veste per assistere come invitati ad un matrimonio è quella di non mettere in ombra gli sposi, men che meno la sposa. Altre regole importanti sono quelle dettate dal buon gusto e dal senso comune.

A mio avviso, per gli abiti adatti a questa cerimonia vale un grafico simile alla piramide alimentare.

1) Tight (morning dress)

In vetta ci sono i matrimoni delle sfere più alte della società, vale a dire i matrimoni di pochissimi. Al giorno d’oggi, il tight, pur non essendo l’unica opzione, resta la prima che ad alcuni viene in mente.

Qualora gli sposi decidessero che lo sposo dovrà indossare il tight, l’unico suggerimento che si può offrire è quello di farselo fare su misura, non da un buon sarto, ma presso una grande sartoria, possibilmente di Savile Row.

A tutt’oggi, nell’ambito degli abiti formali, le sartorie londinesi rimangono ancora insuperate per la qualità del taglio ed il rigore stilistico dei capi da esse realizzati: bisognerà però essere pronti a sborsare quanto meno diecimila euro.

Un consiglio importante è quello di non lasciarsi condizionare dai social media. Sovente, la carenza di naturale disinvoltura di alcuni tra coloro che solitamente postano in Instagram e la scelta sbagliata del sarto, come pure di alcuni accessori, finiscono per conferire alla cerimonia una certa aria goliardica (pantaloni un po’ stretti che inoltre lambiscono appena i lacci delle scarpe; giacche più attillate del necessario; scarpe dalle suole troppo grosse o doppie, quindi essenzialmente informali).

Un passo falso è quello di “affittare” il capo. I risultati sono sempre, a dir poco, sfortunati: le misure saranno sicuramente sbagliate, e, anche se il sarto locale cercherà di raddrizzare la barca come meglio può, l’abito cadrà sempre male (per non parlare dei dettagli che ai più sfuggono: giromanica, maniche, spalle, taglio e lunghezza del gilè, scelta della cravatta, eccetera).

2) Uniforme militare da cerimonia

Questa è la scelta naturale degli ufficiali in servizio. Si può inoltre affermare che l’uniforme militare da cerimonia può anche prendere il posto del tight, con la differenza che gli invitati sono liberi di indossare un abito meno formale e così evitare di farsi confezionare un costosissimo tight.

A tale proposito, vale la pena citare la riga riguardante la tenuta (dress-code) stampata sull’invito al matrimonio del principe Harry: “Uniform, Morning Coat, or Lounge Suit” (uniforme, tight o abito completo). Infatti lui indossò il frock coat (redingote) del reggimento di guardia d’onore a cavallo Blues and Royals, mentre suo padre, che per decenni è stato considerato “il re del tight” per via della disinvoltura quasi sdegnosa con cui lo porta, si infilò un tight completamente grigio, del tutto adatto ad un invitato, eppure un filino meno formale del tight con giacca nera o grigio antracite e pantaloni grigi con righe (oppure con molta meno frequenza pied-de-poule o quadrettini bianchi e neri).

George Clooney, dal momento che non faceva parte del circolo ristretto di parenti e amici, indossò, sempre attenendosi alla tenuta suggerita nell’invito, un abito completo grigio. In occasione delle sue nozze, celebrate alcuni anni prima, il fratello William vestì la divisa rosso vivace di colonnello delle Irish Guards. Nel 1981, suo padre Carlo sposò Diana in uniforme da cerimonia di comandante della Royal Navy e, nel 1947, il padre di questi, Filippo, sposò la futura regina Elisabetta in uniforme navale.

Sono infatti molti gli esempi di membri di famiglie regnanti e di ufficiali (non regnanti) che si sposano in uniforme militare da cerimonia o semplicemente in uniforme da comandante: basta cercare in Internet.

3) Abito completo (lounge suit)

L’abito completo grigio (di tono adatto alla stagione) è il modo più semplice, agevole e, a mio avviso, elegante di presentarsi ad un matrimonio, tanto come sposo quanto come invitato.

È soprattutto il modo meno pretenzioso e più democratico anche per chi appartiene agli ambienti più opulenti della “società contemporanea” con il vantaggio aggiunto di non mettere in ombra la sposa.

Basta accostarlo ad una camicia bianca, un paio di francesine (Oxfords) nere con puntale liscio cucito al resto della tomaia ed una cravatta “da cerimonia” (che i britannici chiamano semplicemente Macclesfield).

L’altro vantaggio è quello di non costringere gli invitati a farsi fare un costosissimo tight che con molta probabilità rimarrà appeso nell’armadio per il resto della loro vita. Quest’ultima sarebbe ovviamente una richiesta scortese.

È anche un’ottima occasione per chi (come succede spesso nel nostro tempo) non indossa mai la giacca e la cravatta di farsi fare un abito adatto a molte occasioni oppure di acquistarlo presso un negozio di fascia alta e farselo mettere a misura da un sarto.

Un solo consiglio: evitare le marche di lusso più rinomate, che spesso offrono dettagli capricciosi e seguono (o impongono?) le mutevoli “tendenze della moda”.

4) Matrimoni di destinazione (destination weddings, cioè celebrati lontano da casa)

Le uniche regole che valgono sono quelle legate al buon gusto, al senso comune e alla praticità.

Se avete un prozio facoltoso proprietario di una estancia grande centomila ettari in Argentina, di uno sterminato ranch in Texas, o di un’hacienda di cacao che si estende per oltre settecento ettari in una foresta tropicale umida e ombrosa, indossate pure la guayabera o qualche altro capo festivo caratteristico del paese.

Per i matrimoni in spiaggia, prestate la necessaria attenzione ai piedi e alla sabbia (osservate la regola del senso comune e della praticità). In questo caso, l’abito può essere grigio di stoffa leggera, ma anche un bel colore bianco, bianco sporco o pastello potrebbe andare.

Nel 1952, una compagna di scuola della mia mamma, sposò, in terze nozze, un sedicente principe polacco che soleva girare per le strade di Caracas, Maracaibo e Paramaribo al volante della sua Rolls-Royce. La coppia arrivò vestita di fiori di fronte alla maloca (casa sacra) dopo una lenta navigazione in curiara (imbarcazione indigena) su un affluente del Rio delle Amazzoni. Naturalmente, il matrimonio non ebbe nessun valore legale.

Questo breve aneddoto serve per ricordare al lettore che il matrimonio non è una mascherata: ad esso bisogna dare la dovuta importanza.

I matrimoni di destinazione sono divertenti, un po’ eccentrici (o egotistici quando gli sposi desiderano sbalordire gli invitati con questa loro trovata), ma si rischia spesso di cadere nel ridicolo.

Cose da non fare

• Pantaloni con i risvolti

I pantaloni con i risvolti sono, in virtù della loro ben documentata origine, informali. Vanno bene per l’uso quotidiano, comprese le riunioni e cene importanti di lavoro, ma sono inadatti alle cerimonie.

• Smoking (dinner suit o tuxedo)

Nel 1950, dopo essersi accorto che il tight indossato anni prima al suo matrimonio era troppo stretto, “il padre della sposa” (father of the bride), Stanley T. Banks (Spencer Tracy), se ne fece confezionare uno nuovo per il matrimonio della figlia Kay (Elizabeth Taylor). Nell’omonimo rifacimento del 1991, l’attore Steve Martin indossò invece uno smoking.

Purtroppo, negli ultimi cinquant’anni, Hollywood ha diffuso per il mondo l’abitudine di indossare smoking nei matrimoni. Di conseguenza, molti giovani, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Europa, Asia, Africa e Oceania, hanno copiato questa tendenza con la circostanza aggravante di “affittare” l’abito.

Lo smoking è un abito destinato alle serate di gala, mentre il matrimonio è una “cerimonia” che di solito si celebra alla luce del giorno.

• Abito completo e farfallino

Il farfallino di seta, con disegni o a tinta unita, va bene nell’uso quotidiano, tanto al lavoro quanto al ristorante e nelle serate tra amici e conoscenti, e viene di solito portato come manifestazione di originalità.

È altrimenti l’unica opzione possibile per le cerimonie e feste formali “celebrate dopo il tramonto”. Vale a dire bianco con il frac (altrimenti detto white tie) per le “cerimonie” serali; nero con lo smoking (altrimenti detto black tie) per le serate di gala e “feste” formali che si svolgono dopo il tramonto.

Nel settore dello stile maschile, uno dei peggiori passi falsi è quello di mettersi al collo un farfallino pronto da indossare. Non è proprio necessario dato che si tratta di un nodo molto facile da fare: essenzialmente quello che si fa ai lacci delle scarpe.

Riflessione conclusiva

A mio avviso, i personaggi di “Quattro matrimoni e un funerale” (1994) potrebbero offrirci spunti per “trasgredire qualche regola” dell’abbigliamento classico da matrimonio (vale a dire il tight) con disinvoltura e buon gusto.

Wedding bells: what to wear to weddings

The spring season has brought home invitations to weddings and, with them, came the idea of writing an article on the groom’s attire. Rather than examining its sartorial details, a discussion of the proper choice of suit for the occasion is in order.

First, we must keep in mind that the most important rule when attending a wedding as a guest is not to outshine the soon-to-be-married couple, let alone the bride. Other important rules are those dictated by good taste and common sense.

In my opinion, a graphic similar to the food pyramid applies to this ceremony’s attires.

1) Morning dress

The weddings of the society’s highest circles, that is the weddings of very few people, are at the top of the pyramid.

Nowadays, despite not being the only option, the morning dress is still the first one that comes to mind to some. Should the couple decide that the groom ought to wear a morning dress, the only suggestion to be offered is to have it tailor-made (bespoke), not by a good tailor, but rather by a prestigious tailor house, if possible, in Savile Row.

To this day, in the area of formal suits, the quality of the cut and the stylish accuracy of London’s tailor houses remain unmatched: however, the groom must be ready to spend at least ten thousand euros.

One important advice when dressing up in a morning dress is not to let social media affect your choice. Often, the lack of natural ease of some Instagram posters and their choice of tailors and accessories end up conferring the ceremony an air of jolly fraternity (trousers are tight-fitting; their bottoms barely touch the shoe laces; jackets are snugger than desirable; shoe soles are too thick or double-layered, thus essentially informal).

A faux pas is renting the suit. The result is always unfortunate. The suit will certainly be ill fitting and although the local tailor will try to do some alterations as best as possible, it will still look odd (not to mention the details that most people fail to notice: armholes, sleeves, shoulders, waistcoat’s cut and length, necktie choice, etcetera).

2) Full dress uniform (also known as ceremonial dress uniform)

This is the natural choice of an active army officer. In addition, the full-dress uniform can equally take the place of the morning dress, except that the guests are free to wear a less formal suit, thus avoiding to order a very expensive bespoke morning dress.

In this regard, it is worth mentioning the line concerning the dress-code printed on the invitations to Prince Harry’s wedding: “Uniform, Morning Coat, or Lounge Suit”. He wore the frock coat of the Blues and Royals, while his father, who for decades has been considered the king of the morning dress, was attired in an all-grey morning dress, absolutely suitable for a guest, nonetheless a tad less formal than a morning dress with black or charcoal grey jacket and striped (or much less frequently black and white houndstooth/checked) trousers.

Conversely, George Clooney, who was not part of the inner circle of relatives and friends, wore a grey lounge suit in compliance with the dress-code suggested in the invitation. On the occasion of his wedding, celebrated a few years earlier, brother William wore the vibrant red full-dress uniform of an Irish Guards mounted colonel. In 1981, his father Charles married Diana sporting the commander’s full-dress uniform of the Royal Navy, and in 1947, Philip, the father of the latter, married the future Queen Elizabeth in a commander’s Navy uniform.

Indeed, there are many examples of members of royal families around the world and (non-royal) army officers getting married in full dress uniform or simply in commander’s uniform: doing a simple search in the Internet will confirm this statement.

3) Lounge suit

The grey lounge suit (in the appropriate seasonal tone) represents the simplest, easiest and, in my opinion, most elegant way to show up at a wedding, as a groom and as a guest as well.

It is, above all, the least pretentious and most democratic way, also for people belonging with the most affluent circles of present-day society. It offers the added benefit of not outshining the bride.

Simply wear it with a white shirt, a pair of black Oxfords with a non-perforated cap toe, and a Macclesfield necktie.

The other benefit is that of not forcing the guests to order a very expensive bespoke morning dress and, most likely, hanging it in the closet for the rest of their lives. This would obviously be a rude demand.

It is also an excellent opportunity for the gentlemen that never wear jackets and neckties (as nowadays often happens) to have tailor-made a suit appropriate for many occasions or buy one from a high-end store and have it customized by a tailor.

Just one tip: avoid the most well- known luxury brand names which often offer whimsical details and follow the ever-changing “fashion trends”.

4) Destination weddings

The only rules that apply are those related to good taste, common sense and practicality.

If you have a wealthy great-uncle, who owns a one hundred thousand hectares estancia in Argentina, an immense ranch in Texas, or a cocoa tree hacienda that extends for over seven hundred hectares in a humid, dark tropical forest, go ahead and wear a guayabera or some other festive article of clothing that is typical of the region.

Additionally, on the subject of weddings celebrated on the beach, the soon-to-be-married couple and its guests should pay due attention to the sand and their footgear (i.e. follow the rule of common sense and practicality). In this case, one can wear a grey suit made of a light fabric, but also a beautiful white, off-white or pastel color may work.

In 1952, a school mate of my mother, married, the third time around, a self-proclaimed Polish prince, who used to drive around the streets of Caracas, Maracaibo and Paramaribo at the wheel of his Rolls-Royce. The couple arrived dressed in flowers in front of the maloca (sacred house) after a lengthy navigation on a curiara (indigenous boat) along a tributary of the Amazon River. Needless to say, the marriage didn’t have any legal standing.

This brief anecdote is a reminder that weddings are not masquerades: due importance should be given to them.

Destination weddings are fun, a bit eccentric or egotistic when the soon-to-be-married couple wants to surprise their guests with this attention grabber, but they very often make fools of themselves.

Don’ts

• Trousers with turn-ups (cuffs)

Trousers with turn-ups are, by virtue of their well-documented origin, informal. They are good for daily wear, including important business meetings and dinners, but are inappropriate for ceremonies.

• Dinner suit (known in America as tuxedo)

In 1950, after becoming aware that the morning dress he wore a number of years before at his own wedding was too tight, the “father of the bride”, Stanley T. Banks (Spencer Tracy), had a new one tailor-made for the wedding of his daughter Kay (Elizabeth Taylor). In the 1991 namesake remake of the movie, actor Steve Martin wore a tuxedo (dinner suit).

Unfortunately, in the last fifty years or so, Hollywood has spread around the world the habit of wearing tuxedos (dinner suits) at weddings.

As a result, many young gentlemen, particularly in America, but also in Europe, Asia, Africa and Oceania, have copied this trend with the aggravating circumstance of “renting” them.

Tuxedos (dinner suits) are meant for gala evenings, whereas weddings are “ceremonies” usually celebrated in daylight.

Lounge suit and bowtie

A silk bowtie, with printed motives or in solid color, is fine for daily use, at work or in gatherings spent in restaurants with friends and acquaintances. It is usually worn as an expression of originality.

However, it is the only choice for ceremonial and formal events and parties “celebrated after sunset”. This means white bowtie with full evening dress, aka white tie, for nighttime ceremonies; black bowtie with tuxedo (dinner suit), aka black tie, for gala evenings and formal parties that take place after sunset.

In the field of gentleman’s style, one of the worst faux pas is that of wearing a pre-tied bowtie. There is absolutely no need for this since it is very easy to tie it: essentially a shoelace knot.

Final thought

In my opinion, the characters of “Four weddings and a funeral” (1994) may give us inspiration on how to “break some rules” of the traditional wedding attire (namely morning dress) with ease and good taste.